Con le parole della madrina Kasia Smutniak, si alza ufficialmente il sipario sulla rassegna.
Una sedia vuota ricorda l’assenza forzata del regista iraniano Jafar Panahi, condannato a 6 anni di carcere e a non girare più film.
La prima pellicola proiettata, e l’unica russa in concorso, è “Izmena” (Tradimento) di Kirill Serebrennikov.
Ma il Festival è anche un’occasione mondana, con la consueta parata di star (giurati o interpreti) sul tappeto rosso: da Pierfrancesco Favino alla libanese Nadine Labaki, da Laetitia Casta a Kate Hudson e Naomi Watts, arrivata per sostenere il fidanzato Liev Schreiber.
Quest’ultimo è interprete, accanto alla Hudson, del film della regista indiana Mira Nair “Il fondamentalista riluttante”. La pellicola, proiettata fuori concorso in apertura del Festival, esprime il rifiuto di molti tipi di estremismi, religiosi, culturali o economici.